Tra sogno e bisogno. 306 fotografie sull’evoluzione dei consumi in Italia 1940-1986.

A cura di Cesare Colombo – Presentazione di Arturo Carlo Quintavalle – Catalogo della mostra (Milano, Palazzo Isimbardi, 9-19 settembre 1986; Roma, Palazzo Braschi, 29 ottobre – 10 novembre 1986; Firenze, Palazzo Medici Riccardi, 13 dicembre 1986 – 6 gennaio 1987; Milano, Festa Provinciale dell’Unità, 31 agosto – 18 settembre 1989), Coop-Longanesi & C., Milano 1986

“Cesare Colombo ha dibattuto sicuramente il problema del come organizzare il racconto, tanto è vero che ha scelto una strada sostanzialmente differente tra le altre pure possibili, e questa strada deve essere presa in considerazione. In primo luogo ha voluto abbandonare il vecchio discorso della storia della fotografia, quella che lo avrebbe costretto a mostrare i singoli autori uno dopo l’altro, vicenda delle personalità staccate l’una dall’altra e quindi non interpretabili facilmente in una prospettiva tematica, il consumo e della sua immagine, che invece era proposta. Colombo quindi deve aver ritenuto opportuno sveltire in qualche modo il ritmo della mostra e della presentazione in catalogo, e per fare questo ha considerato che un raggruppamento tematico, e magari anche una connessione fondata su assonanze visive, avrebbe giovato come introibo alla lettura da parte degli spettatori. Ecco perché il rapporto che Colombo ha stabilito fra i materiali li ha profondamente trasformati, li ha interpretati, li ha proposti nella nuova prospettiva critica di oggi, perché ha tolto le singole foto dai precedenti contesti portando queste in un ambito nuovo; insomma il mercato oppure gli interni, la spesa oppure i venditori, le vetrine e le inaugurazioni, i pic-nic e i circoli rionali, le manifestazioni e le vedute degli interni, come del resto le fabbriche e le periferie, le automobili e le immagini della pubblicità, le moto e gli scooter e le scuole di sci, le spiagge e le sale giochi, il ballo liscio e il rock, il camping e le sfilate di moda, le fiere campionarie e quelle di paese, costringono tutti ad una rilettura del reale che è molto diversa nella sua organizzazione interna da quella tradizionale, da quella che viene dalla cultura accademica dei “generi” fotografici, oppure dalla costruzione dell’ordine dentro gli archivi della fotografia, degli atelier, le botteghe, oppure le agenzie dell’immagine.”
(Arturo Carlo Quintavalle, dal testo in catalogo)