testi anni 80
in “Fotografia e immagine dell’architettura”, catalogo della mostra (Bologna, Galleria d’Arte Moderna, 27 gennaio – 29 febbraio 1980), Grafis, Bologna 1980
Da quasi sette anni collaboro con la rivista mensile Abitare. Sia pure dall’esterno, continuo a seguire con interesse e stima una vicenda culturale insolita: un gruppo redazionale quasi totalmente femminile – guidato dagli inizi da Piera Peroni e oggi da Franca Santi – insiste a proporre degli ambienti come modelli di una possibile società migliore, come espressione di rapporti personali e collettivo più efficienti. Io stesso – scrivevo – vittima relativamente ingenua del mito milanese secondo cui la bellezza non è che la funzionalità, non ho tardato ad aderire: così ho proposto ad Abitare di ‘abitare’, appunto, gli spazi, cioè di offrire attraverso gli uomini una specie di verifica ottica dentro e fuori le abitazioni.
L’uomo, fisicamente, è sempre misura e rapporto per una casa, per una fabbrica, per un quartiere. Da sempre noi camminiamo lungo i muri. Sulla sedia ci si dondola, è la faccia che si affaccia, il letto è sfatto, nei gradini stiamo inciampando. Cassetti semiaperti, mani lungo i cancelli, una calza lasciata sul divano. Gli architetti preferirebbero gli spazi vuoti, più grafici, assoluti. Impossibile progettare inquilini decenti, vadano almeno oltre il bordo dell’inquadratura.
E così, allora, chiedere alle famiglie, alle comunità, agli studenti, di restare là, di continuare a muoversi nell’ambiente… diventava un metodo giornalistico che recava nuovi dilemmi tecnici ed espressivi. 
Per esempio, via le lunghe esposizioni col treppiedi, via le lampade, attendere presso una finestra o in cima a una scaletta che qualcuno ricominci a essere se stesso, ma senza perdere di vista la prospettiva del corridoio laggiù, né l’allineamento dei davanzali, né la giusta luce sul muretto. Finalmente una serie di scatti e infine il foglio dei provini. Decine di piccole figure che scivolano dappertutto ed escono dai fotogrammi. Alcuni stanno già traslocando, molti disperatamente cercano una casa. Anch’io sono in cerca di altri soggetti.